Capitaneria di Porto, funzioni e operatività: la guida completa

Capitaneria di porto

La Capitaneria di Porto è uno dei pilastri della Difesa del nostro mare: ecco i compiti assegnati a questo corpo tecnico della Marina Militare

Per Capitaneria di Porto s’intende una serie di uffici periferici dell’amministrazione del Ministero delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibile. Per la sua conformazione geografica, l’Italia deve necessariamente avere un presidio marino d’eccellenza, dato che si contano ben 8300 km di coste. Le Capitanerie di Porto e il suo Corpo, ovvero la Guardia Costiera, sono perciò cruciali per il monitoraggio e la difesa delle acque nazionali da Genova a Napoli, da Venezia a Cagliari, passando da Livorno.


INDICE
– Capitaneria di Porto: una storia antichissima
– Capitaneria di Porto: dalla Fondazione alla Seconda Guerra Mondiale
– Capitanerie di Porto: i compiti
– Come entrare nella Capitaneria di Porto


Capitaneria di Porto: una storia antichissima

Prima dell’Unità d’Italia (1861) erano le Magistrature speciali marittime a disciplinare la navigazione, a tutelare i naviganti e ad amministrare i porti italici. L’origine di queste prime istituzioni affonda dunque le proprie radici nel Medioevo.

Nell’XI secolo, superato lo spauracchio dell’anno Mille, i commerci ripresero a fiorire. Le città italiche sulla costa ricoprivano quindi un ruolo fondamentale per l’economia dei piccoli stati che frastagliavano la Penisola. Accanto all’attività commerciale, si iniziarono di conseguenza a codificare le leggi del mare. La prima città a compiere questa impresa giuridica fu Trani, in Puglia. Gli Ordinamenta et Consuetudo maris edita per consules civitatis Trani risalgono infatti al 1063 e sono stati promulgati dal conte normanno Pietro di Trani.

Il commercio in Italia viaggiava dunque su binari favorevoli, spinti dai traffici delle Repubbliche Marinare (Venezia, Pisa, Genova e Amalfi), che rappresentarono un’era florida per l’Italia pre-unitaria. Questo modello ha fatto scuola per secoli, arrivando fino all’Ottocento, quando i vari stati della Penisola adottarono i codici delle Repubbliche Marinare. Nel Granducato di Toscana, per esempio, era il Capitano del Porto di Livorno a dirigere il traffico della marina mercantile e a gestire i porti.


Capitaneria di Porto: dalla Fondazione alla Seconda Guerra Mondiale

L’attuale versione della Capitaneria di Porto consiste in un corpo tecnico, la cui fondazione risale a poco dopo l’Unità d’Italia (1861). È stato infatti il Regio Decreto del 20 Luglio 1865 a sancirne la nascita. Con l’unificazione del nostro Paese si rese quindi necessario un riordinamento profondo della materia, proprio a causa dei molteplici ordinamenti giuridici pre-unitari. Fondamentale, per le Capitanerie di Porto, fu successivamente la presa di Roma nel 1870 e la conseguente fondazione del Compartimento Marittimo di Civitavecchia.

All’epoca il Corpo era composto da funzionari civili che indossavano la divisa del Commissariato di Marina con alcune varianti. La formazione avveniva sul campo, con un periodo di prova presso le Capitanerie di Genova, Napoli, Palermo o Venezia. Con l’ingresso nella Prima Guerra Mondiale dell’Italia (1915), la militarizzazione temporanea delle Capitanerie di Porto subì un’accelerata sostanziale. Il provvedimento si rese permanente con il Regio Decreto Legge 2349.

Terminato il regime fascista con l’Armistizio di Cassibile e il Proclama Badoglio, il Corpo sì trovò diviso in due amministrazioni: un comando a Verona facente rapporto al Ministero delle Comunicazioni della Repubblica di Salò e il suo omologo a Taranto presso il governo regio. Le Capitanerie di Porto hanno anche affiancato i partigiani nella Guerra di Liberazione. In particolare, il Capitano di Porto Dante Novaro e il Colonello Giuseppe Massimo furono deportati e assassinati nel campo di concentramento di Mathausen per le loro coraggiose azioni a favore della libertà.

Nel Dopoguerra, la Capitaneria di Porto di distinse per numerosi interventi a seguito di calamità naturali, come quello del 1951 in occasione dell’alluvione del Polesine. Per quanto riguarda invece il soccorso in mare, una svolta si ebbe nel 1962, quando l’Italia sottoscrisse la Convenzione internazionale Solas 60 (Safety of Life at Sea). Questo documento impegnava i Paesi contraenti a svolgere il servizio di ricerca e soccorso in mare attraverso un’organizzazione dedicata.

Capitanerie di Porto: i compiti

Le Capitanerie di Porto , oggi, rispondono al Ministero delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibile. Tuttavia questo corpo tecnico della Marina Militare svolge, attraverso la Guardia Costiera, numerosi compiti per altri ministeri. Ecco tutti i doveri che competono alla CdP:

  • Ministero delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibile:
    • Ricerca e Soccorso in mare (S.A.R.)
    • Global maritime distress safety system (GMDSS)
    • Sicurezza della navigazione e marittima
    • Servizi d’istituto

     

  • Ministero della Transizione Ecologica:
    • Sorveglianza protezione e prevenzione dell’ambiente marino e costiero
    • Sorveglianza nelle Aree Marine Protette e nelle Aree di reperimento
    • Disciplina degli scarichi idrici
    • Disciplina dei rifiuti
    • Educazione ambientale

     

  • Ministero delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali:
    • Regime amministrativo della pesca, dei pescatori e delle imprese di pesca
    • Coordinamento e vigilanza sulla filiera ittica
    • Monitoraggio e controllo della posizione in mare dei pescherecci

     

  • Ministero della Difesa (in tempo di pace)
    • Concorso alla difesa marittima e costiera dello Stato e ai servizi ausiliari, logistici e di presidio della Marina Militare
    • Espletamento servizi di leva, matricola e mobilitazione
    • Concorso alla realizzazione della pace e della sicurezza internazionale
    • Supporto all’organo cartografico di Stato (IIMM)
    • Requisizione naviglio mercantile

     

  • Ministero della Cultura:
    • Concorso nella tutela del patrimonio storico, artistico e archeologico

     

  • Ministero dell’Interno:
    • Concorso nel contrasto al traffico di sostanze stupefacenti
    • Concorso nel contrasto all’immigrazione clandestina via mare

     

  • Dipartimento della Protezione Civile:
    • Indicazioni per il coordinamento operativo per gli incidenti in mare che coinvolgono un gran numero di persone
    • Partecipazione al programma nazionale di soccorso per il rischio sismico
    • Partecipazione alla pianificazione per l’allontanamento della popolazione in emergenza per il rischio maremoto
    • Partecipazione del Corpo nelle attività di antincendio boschivo
    • Impiego delle organizzazioni di volontariato di Protezione Civile nel settore marittimo ed in generale nelle attività svolte dalle Capitanerie di Porto

Come entrare nella Capitaneria di Porto

Per ambire alle Capitanerie di Porto da VFI si deve innanzitutto partecipare ai concorsi pubblici della Marina Militare che prevedono posti per questo corpo tecnico. Concorrere per la Capitaneria di Porto da VFI presuppone una serie di parametri, che è possibile consultare nella nostra sezione Requisiti.

È possibile entrare nella Capitaneria di Porto anche da Maresciallo. Per fare ciò, oltre a possedere i corrispondenti Requisiti, è necessario conseguire la laurea di 1° livello. Il titolo è erogato dalla Scuola Sottufficiali di Taranto e il corso dura 3 anni.

Naturalmente anche gli Ufficiali possono accedere alla Capitaneria di Porto. Qui è consultabile la nostra scheda Requisiti, i quali includono anche il conseguimento della Laurea Magistrale. È l’Accademia Navale di Livorno a formare gli Ufficiali delle Capitanerie di Porto.

Una volta vinto il concorso, per entrare in servizio, è necessario seguire i corsi di addestramento e istruzione in Accademia Navale oppure alla Scuola Sottufficiali. Per farne parte è propedeutico seguire i percorsi formativi per il Corpo delle Capitanerie di Porto oppure quella del ruolo Truppa (CP).

Quando è stata fondata la Capitaneria di Porto?
La storia della Capitaneria di Porto inizia nel Medioevo, precisamente nella città di Trani (Puglia), dove nel 1063 furono redatti gli Ordinamenta et Consuetudo maris edita per consules civitatis Trani. Questo documento rappresenta il più antico codice marittimo del Mediterraneo. La tradizione continuò poi con le Repubbliche Marinare (Venezia, Pisa, Amalfi, Genova), il cui modello venne adottato dai vari stati pre-unitari.
 
Con la nascita dell’Italia come nazione, si rese necessario un’ingente riorganizzazione della materia. Fu il Regio Decreto del 20 Luglio 1865 a sancire la fondazione della Capitaneria di Porto. La militarizzazione permanente del corpo tecnico si ebbe invece con il Regio Decreto Legge 2349, alla fine della Prima Guerra Mondiale.
Come opera la Capitaneria di Porto?
La Capitaneria di Porto risponde al Ministero delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibile. Tuttavia questo corpo tecnico della Marina Militare svolge, attraverso la Guardia Costiera, numerosi compiti per altri ministeri. Ecco tutti i doveri che competono alla CdP:

 

  • Ministero delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibile:
    • Ricerca e Soccorso in mare (S.A.R.)
    • Global maritime distress safety system (GMDSS)
    • Sicurezza della navigazione e marittima
    • Servizi d’istituto

     

  • Ministero della Transizione Ecologica:
    • Sorveglianza protezione e prevenzione dell’ambiente marino e costiero
    • Sorveglianza nelle Aree Marine Protette e nelle Aree di reperimento
    • Disciplina degli scarichi idrici
    • Disciplina dei rifiuti
    • Educazione ambientale

     

  • Ministero delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali:
    • Regime amministrativo della pesca, dei pescatori e delle imprese di pesca
    • Coordinamento e vigilanza sulla filiera ittica
    • Monitoraggio e controllo della posizione in mare dei pescherecci

     

  • Ministero della Difesa (in tempo di pace)
    • Concorso alla difesa marittima e costiera dello Stato e ai servizi ausiliari, logistici e di presidio della Marina Militare
    • Espletamento servizi di leva, matricola e mobilitazione
    • Concorso alla realizzazione della pace e della sicurezza internazionale
    • Supporto all’organo cartografico di Stato (IIMM)
    • Requisizione naviglio mercantile

     

  • Ministero della Cultura:
    • Concorso nella tutela del patrimonio storico, artistico e archeologico

     

  • Ministero dell’Interno:
    • Concorso nel contrasto al traffico di sostanze stupefacenti
    • Concorso nel contrasto all’immigrazione clandestina via mare

     

  • Dipartimento della Protezione Civile:
    • Indicazioni per il coordinamento operativo per gli incidenti in mare che coinvolgono un gran numero di persone
    • Partecipazione al programma nazionale di soccorso per il rischio sismico
    • Partecipazione alla pianificazione per l’allontanamento della popolazione in emergenza per il rischio maremoto
    • Partecipazione del Corpo nelle attività di antincendio boschivo
    • Impiego delle organizzazioni di volontariato di Protezione Civile nel settore marittimo ed in generale nelle attività svolte dalla Capitaneria di Porto
Come entrare nelle Capitanerie di Porto?
Per ambire alla Capitaneria di Porto da VFI si deve innanzitutto partecipare ai concorsi pubblici della Marina Militare che prevedono posti per questo corpo tecnico. Concorrere per la Capitaneria di Porto da VFI presuppone una serie di parametri, che è possibile consultare nella nostra sezione Requisiti.
 
È possibile entrare nella Capitaneria di Porto anche da Maresciallo. Per fare ciò, oltre a possedere i corrispondenti Requisiti, è necessario conseguire la laurea di 1° livello. Il titolo è erogato dalla Scuola Sottufficiali di Taranto e il corso dura 3 anni.
 
Naturalmente anche gli Ufficiali possono accedere alle Capitanerie di Porto. Qui è consultabile la nostra scheda Requisiti, i quali includono anche il conseguimento della Laurea Magistrale. È l’Accademia Navale di Livorno a formare gli Ufficiali delle Capitanerie di Porto.
 
Una volta vinto il concorso, per entrare in servizio, è necessario seguire i corsi di addestramento e istruzione in Accademia Navale oppure alla Scuola Sottufficiali. Per farne parte è propedeutico seguire i percorsi formativi per il Corpo delle Capitanerie di Porto oppure quella del ruolo Truppa (CP).
Per ricevere maggiori info, contattaci subito, un incaricato della Nissolino Corsi ti risponderà il prima possibile.

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