Terremoto di Messina, l’intervento della Marina Militare

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Il Terremoto di Messina è stato un momento importante nella storia della Regia Marina che prestò soccorso alle popolazioni in difficoltà

Il Terremoto di Messina è stato un vero e proprio spartiacque per la Marina Militare, che intervenne a soccorso della popolazione civile. Il sisma, avvenuto poco prima dell’alba del 28 dicembre 1908, distrusse sia la città da cui prende il nome lo stretto, che Reggio Calabria sull’altra sponda, devastando innumerevoli paesi limitrofi. L’entità dell’evento fu di 7.3 gradi sulla Scala Richter e i suoi effetti furono nefasti. Dopo la scossa, infatti, seguirono un maremoto e diversi incendi, che mieterono vittime stimabili tra le 75mila e le 82mila persone. Trattandosi di due città costiere, la Marina Militare scese immediatamente in campo portando aiuti e sollievo alla popolazione colpita.


INDICE
– Terremoto di Messina: il sisma
– Terremoto di Messina 1908: il contributo della Regia Marina
– Gli aiuti internazionali
– Le cause del terremoto
– Calamità e soccorsi alla popolazione: preparati con Nissolino Corsi ed entra nella M.M.


Terremoto di Messina: il sisma

Alle 05:21 del 28 dicembre 1908 un terremoto di 10° sulla Scala Mercalli si verificò in profondità all’altezza dello Stretto di Messina. La scossa principale ebbe una durata di 37 secondi, un arco di tempo nel quale centinaia di migliaia di persone si sono ritrovate improvvisamente catapultate in uno scenario apocalittico. All’inizio del Novecento l’Italia era un paese che ancora doveva affacciarsi all’età contemporanea. Perciò le vie di comunicazione e la viabilità erano ancora in uno stadio embrionale, specialmente nel Mezzogiorno. Le prime notizie risultarono dunque confuse e approssimative.

Il primo ente a fare chiarezza fu l’Osservatorio Ximeniano di Firenze che annotò una “impressionante” e “straordinariaregistrazione. La potenza del sisma fu tale che le ampiezze dei tracciati non rientravano nei cilindri cartacei, per una misura del segno grafico pari a “oltre 40 centimetri”. Il terremoto di Messina colpì con maggiore distruzione proprio la città siciliana , rase al suolo gran parte del centro storico e la famosa “Palazzata”, una sequenza di fabbricati lungo il porto già colpiti nel sisma del 1738.

Circa dieci minuti dopo la scossa, si generò poi un maremoto con onde fino a 13 metri di altezza che travolse entrambe le coste dello stretto. Questo evento mise ulteriormente in ginocchio le comunità locali e stroncò la vita di quelle persone ancora intrappolate sotto le macerie. Le vie di comunicazione, già precarie, si resero impraticabili, mentre le linee telegrafiche e telefoniche vennero messe fuori uso poiché i cavi sottomarini si danneggiarono.


Terremoto di Messina 1908: il contributo della Regia Marina

Nel 1908 il Presidente del Consiglio era Giovanni Giolitti che, complici i ritardi nelle comunicazioni, sottovalutò l’entità del terremoto di Messina. A Roma i giornali riportavano ancora notizie sommarie, con un numero di morti sensibilmente sottostimato. Il lavoro della Regia Militare si rese prezioso soprattutto in questo ambito. Gli uomini della Forza Armata furono infatti i primi a intervenire sul posto. Messina infatti ospitava la sede della 1° squadriglia torpediniere di quella che ancora veniva chiamata la Regia Marina. Nel porto del capoluogo di regione siciliano erano ancorate i torpedinieri “Saffo”, “Serpente” e “Spica”, nonché l’incrociatore “Piemonte”, con un equipaggio di 263 uomini. La mattina stessa del terremoto di Messina fu proprio il “Saffo” a riuscire a farsi strada fra le macerie del porto. La Regia Marina soccorse immediatamente circa 400 tra profughi e feriti, trasportati via mare a Milazzo.

Grazie agli uomini della Marina il Governo ricevette un dossier dettagliato della situazione, descritta da un dispaccio telegrafico proveniente da Marina di Nicotera. Lo scenario era descritto come “spaventevole” e si aggiunse alla fine: “Ogni aiuta è inadeguato alla gravità del disastro”. Tra i soccorritori perse la vita il comandante del “Piemonte”, Francesco Passino, intervenuto in prima persona tra le macerie e morto a seguito di un crollo. A quel punto il Comando di Stato Maggiore mobilitò per il terremoto di Messina gran parte delle unità presenti in Italia. Il Ministro della Marina dirottò diverse navi per farle arrivare in Sicilia, dove il 29 dicembre arrivarono il re Vittorio Emanuele III di Savoia e la regina Elena.

Gli aiuti internazionali

A causa dei malfunzionamenti nelle comunicazioni, il mondo seppe della tragedia avvenuta sullo Stretto solo il 30 dicembre. La catena di solidarietà della comunità internazionale però non si fece attendere. Ad Augusta erano alla fonda le navi russe Makarov”, “Giljak”, “Koreec”, “Bogatyr‘”, “Slava” e “Cesarevič“. Tutte le unità erano capitanate dall’ammiraglio Livitnov, che intervenne senza neppure attendere il via libera da parte dello zar. Le navi vennero riempite con viveri, coperte, medicinali e tanti altri beni di prima necessità, raggiungendo Messina in tempo breve. Immediatamente dopo sopraggiunsero le navi da guerra britanniche Sutlej”, “Minerva”, “Lancaster”, “Exmouth”, “Duncan” ed “Euryalus”.

Anche la Santa Sede si mobilitò e papa Pio X inviò notevoli aiuti, anche finanziari. Alla solidarietà dell’Impero Russo e della Gran Bretagna, si unirono anche gli aiuti di Francia, Germania, Spagna e Grecia, che misero a disposizioni navi ed equipaggi per aiutare gli sfollati, curare i feriti e mantenere l’ordine pubblico.

La Croce Rossa e l’Ordine dei Cavalieri di Malta si attivarono per raccogliere volontari qualificati, denaro, viveri e indumenti. Anche le Ferrovie dello Stato fecero la propria parte, inviando il suo personale. Tra queste persone c’era Gaetano Quasimodo, padre dello scrittore futuro premio Nobel Salvatore Quasimodo che rievocò questi ricordi nella poesia “Al Padre”.


Le cause del terremoto

Il terremoto di Messina fu un evento che fece storia della sismologia. Innanzitutto, fu avvertito in 110 stazioni sismografiche in tutto il mondo e fu uno dei primi a essere registrato dai moderni strumenti di rilevazione. Per molto tempo si è dibattuto sulle cause che scatenarono questa ondata di distruzione. L’Italia si trova sul confine della placca continentale africana, che spinge il fondo del mare sotto il continente europeo con una velocità di 25 millimetri all’anno. Nel 2019 i ricercatori della Birkbeck, Università di Londra, ci cimentarono nel trovare le cause del terremoto e individuarono nella faglia Messina-Taormina (tralasciata dagli studi internazionali) l’attore principale del sisma.

Lo sciame sismico iniziò tuttavia giorni prima rispetto al 28 dicembre. Le scosse ebbero iniziò addirittura il 1° novembre, mentre il 10 dicembre un terremoto danneggiò alcune abitazioni a Novara di Sicilia e Montalbano Elicona. Le scosse di assestamento proseguirono per diversi mesi, tant’è che si arrestarono solo l’11 marzo 1909.


Calamità e soccorsi alla popolazione: preparati con Nissolino Corsi ed entra nella M.M.

La Regia Marina, in occasione del terremoto di Messina ha mostrato grande solidarietà e umanità nei confronti delle popolazioni colpite. Tuttavia, ritardi, sottovalutazioni e una gestione non ottimale dell’ordine pubblico hanno evidenziato anche i difetti della Forza Armata. La Marina Militare da allora ne ha fatta di strada e adesso è perfettamente addestrata a prestare soccorso alla popolazione sia sul territorio nazionale che all’estero.

Se anche tu vuoi renderti utile al Paese mettendoti a disposizione per fornire aiuto a chi ne ha più bisogno, non perdere altro tempo. Preparati adesso con Nissolino Corsi e corona il tuo sogno di indossare la divisa!

Per ricevere maggiori info, contattaci subito, un incaricato della Nissolino Corsi ti risponderà il prima possibile.

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